ARTICOLI E NOTIZIE RIGUARDO AL GRANDE TAUMATURGO SANT'ANTONIO DA PADOVA

domenica 19 aprile 2009

SANT'ANTONIO TAUMATURGO


Miracoli, patronati, iconografia

Sant'Antonio è spesso rappresentato con il libro, ad indicare la profonda conoscenza della Scrittura, e con un giglio, simbolo di purezza, a significare la sua castità.
Poco prima di morire ebbe la visione di Gesù Bambino; per questo viene spesso rappresentato con il Bambino in braccio.

Numerosissimi sono i miracoli attribuiti a Sant'Antonio, per questo ricordato come "taumaturgo" cioè operatore di prodigi.
Un uomo aveva confessato di aver dato un calcio alla madre. Il Santo gli disse che quel piede meritava di essere tagliato all'istante. L'uomo prese le sue parole alla lettera e arrivato a casa si recise immediatamente il piede. Il Santo, impietosito, riaccostò il piede alla gamba, e facendovi sopra il segno della Croce, ve lo riattaccò.
Durante una disputa con un eretico, fece inginocchiare una mula davanti all'Ostia consacrata.
A Ravenna, trovando i cittadini poco attenti alle sue parole, predicò ai pesci.
Durante i funerali di un avaro, il Santo esclamò che quell'uomo non meritava di essere sepolto in terra consacrata, poiché l'anima era dannata all'inferno. Ricordando le parole di San Luca, "Dov'è il tuo tesoro, lì è anche il tuo cuore", gli fece aprire il petto da due cerusici, e si vide che il morto non aveva cuore: questo fu trovato nella cassa dove l'avaro teneva il suo denaro.
A Lisbona, un uomo uccise un ragazzo e lo seppellì nel giardino della casa dei genitori di Antonio. Quando fu rinvenuto il cadavere, il padre del Santo fu accusato dell'omicidio. Sant'Antonio fu prodigiosamente trasportato in una sola notte da Padova a Lisbona, e lì chiese al giudice di mostrargli il corpo dell'ucciso. Il giovinetto risuscitò per un breve istante, e scagionò il padre ingiustamente accusato.

Trentadue anni dopo la sua morte san Bonaventura da Bagnoregio, durante la traslazione della salma, trovò intatta la lingua, strumento della sua predicazione.

http://www.lacabalesta.it/testi/santi/antonio_padova.html

UNA LODE A SANT'ANTONIO


Celebrazione

Alla vigilia della festa del Santo viene recitata una sequenza composta da Frate Giuliano da Spira (m. 1232):

Si quaeris miracula,
mors, error, calamitas,
daemon, lepra fugiunt;
aegri surgunt sani.

Cedunt mare, vincula;
membra resque perditas
petunt et accipiunt
iuvenes et cani.

Pereunt pericula,
cessat et necessitas;
narrent hi qui sentiunt
dicant paduani.
Traduzione
Se chiedi i miracoli, [eccoli:] la morte, l'errore, la sventura, il demonio, la lebbra fuggono.
Il mare si apre, le catene si sciolgono; giovani e vecchi chiedono ottengono la salute delle membra, e di ritrovare le cose perdute.
Spariscono i pericoli, cessa la necessità; lo narrino quelli che lo sentono, lo dicano i Padovani

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L'insistenza nella preghiera dai Sermoni di Sant'Antonio di Padova



26 giugno
L'insistenza nella preghiera dai Sermoni di Sant'Antonio di Padova
II L’insistenza nella preghiera.

“E io vi dico: Chiedete e vi sarà dato”(Lc. 11,9) .Dice il profeta Zaccaria:” Chiedete al Signore la pioggia della sera, ed egli manderà la neve;e darà loro piogge abbondanti e a ciascuno era dei campi”(Zc 10,1).

Nella neve che è candida e fredda è raffigurato il nitore della castità;nelle piogge abbondanti la compunzione accompagnata dalle lacrime; nell’era la compassione per le necessità dei fratelli , che sempre deve verdeggiare nel campo del nostro cuore. Queste tre cose dobbiamo chiedere al Signore, anche se non al mattino presto, almeno sul far della sera, cioè in un secondo momento, giacchè prima di tutto dovremmo cercare il regno di Dio e la sua giustizia. (cf. Mt.6,33; Lc 12,31).I mondani chiedono prima di tutto le cose terrene, e per ultime quelle eterne, mentre prima dovrebbero incominciare dal cielo, dove stà il nostro tesoro, e dove perciò dovrebbero anche il nostro cuore( cf. Mt 6,21; Lc 12,34), e anche la nostra domanda.

“Cercate e troverete” (Lc. 11,9).Dice la sposa del Cantico dei Cantici “ Mi alzerò e mi aggirerò per la città : per strade e piazze cercherò colui che la mia anima ama” (Ct 3,2).La città raffigura la patria celeste, nella quale ci sono strade e piazze, vale a dire gerarchie angeliche minori e maggiori.L’anima alzandosi, vale a dire sollevandosi dalle cose terrene , va in giro quando contempla l’ardente amore dei serafini verso Dio, quando osserva la sapienza dei cherubini nei riguardi di Dio, e così degli altri ordini angelici, tra i quali è alla ricerca del suo sposo. Ma poiché egli è molto più in alto di tutti, non trova, e quindi è necessario che essa superi con lo sguardo della mente le sentinelle , cioè gli spiriti celesti, per poter trovare il suo amato.

“ Cercate e troverete”. Dice Sofonia: “ Cercate il Signore voi tutti, umili della terra , che avete praticato i suoi precetti; cercate la giustizia, cercate l’umiltà per trovarvi al riparo nel giorno della sua ira” (Sof 2,3). E Amos :” Cercate il Signore e vivrete. Non rivolgetevi a Betel, non andate a Galgala e non pensate a Bersabea” ( Am 5,4-5).

I figli di Israele avevano fabbricato dei vitelli d’oro e li avevano collocati a Betel, per adorarli in quel luogo(cf. 3Re 12,32).Nell’oro è simboleggiato lo splendore della gloria temporale, nel vitello la lussuria della carne. Non cercate queste cose.

“Non andate a Gàlgala “, che s’interpreta “ pantano”, figura del fango della lussuria, nella quale i porci si rotolano, “ E non passate a Bersabea”, che si interpreta “ settimo pozzo”, vale a dire abisso di cupidigia, che è assolutamente senza fondo, come il settimo giorno del quale si legge che non ha fine .” Cercate, dunque, il Signore finchè si fa trovare; invocatelo mentre e vicino” (Is 55,6).

Infatti continua “ Bussate e vi sarà aperto”(Lc 11,9) .Leggiamo negli atti degli Apostoli : “ Pietro continuava a bussare . Quando finalmente aprirono la porta e lo videro rimasero stupefatti” (at 12,16).Pietro liberato dalla prigione per opera di un angelo, raffigura colui che per , mezzo della grazia di Dio viene liberato dal carcere del peccato.Costui deve bussare con perseveranza alla porta della corte celeste, e allora gli angeli gli apriranno, presenteranno cioè al cospetto del Signore la sua devota orazione: e il loro stupore , per così dire , non è altro che la gioia che provano per un peccatore che fa penitenza (Lc 15.10).

Tratto dai Sermoni di Sant’Antonio da Padova pagg.339-340 -Messaggero di Sant’Antonio Editrice.

http://carlossorrentino1962.spaces.live.com/blog/cns!99B9A7DF5EB3460D!877.entry

SANT'ANTONIO DA PADOVA: LITURGIA IN LATINO


PROPRIO IN LATINO DELLA S. MESSA

tratto dal Missale Romanum a.D. 1962 promulgatum

e traduzione italiana delle letture secondo

la traduzione proposta dalle CEI



13 GIUGNO

SANT'ANTONIO DA PADOVA



INTRÓITUS

Eccli. 15, 5. In médio Ecclésiæ apéruit os ejus: et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiæ et intelléctus: stolam glóriæ índuit eum. Ps. 91,2. Bonum est confitéri Dómino: et psállere nómini tuo, Altíssime. Glória Patri.



Nel seno della Chiesa il Signore gli ha dischiuso la bocca, lo riempì di sapienza e d’intelligenza ; lo rivestì di un manto di gloria. È buona cosa rendere al tuo nome, o altissimo.



ORÁTIO

Ecclésiam tuam, Deus, beáti Antónii Confessóris tui sollémnitas votiva lætíficet: ut spirituálibus semper muniátur auxíliis et gáudiis pérfrui mereátur ætérnis. Per Dóminum.



La festa del beato Antonio, tuo Confessore e dottore, allieti, o Dio, la tua chiesa, affinché sie sempre soccorsa dagli aiuti spirituali e meriti di gustare le gioie eterne. Per il nostro Signore.



EPISTOLA

Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Timotheum. 2. Tim. 4, 1-8.



Caríssime: Testíficor coram Deo, et Jesu Christo, qui judicatúrus est vi vos et mórtuos, per advéntum ipsíus et regnum ejus: prǽdica verbum, insta opportúne, importune: árgue, óbsecra, íncrepa in omni patiéntia, et doctrína. Erit enim tempus, cum sanam doctrínam non sustinébunt, sed ad sua desidéria, coacervábunt sibi magistros, pruriéntes áuribus, et a veritáte quidem audítum avértent, ad fábulas autem converténtur. Tu vero vígila, in ómnibus labóra, opus fac Evangelístæ, ministérium tuum ímpie. Sóbrius esto. Ego enim jam delíbor, et tempus resolutiónis meæ instat. Bonum certámen certávi, cursum consummávi, fidem servávi. In réliquo repósita est mihi coróna justítiæ, quam reddet mihi Dóminus in illa die, justus judex: non solum autem mihi, sed et iis, qui díligunt advéntum ejus. M. - Deo grátias.



Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero. Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione. M. - Deo grátias.



GRADUALE

Ps. 36, 30-31. Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium. Lex Dei ejus in corde ipsíus: et non supplantabúntur gressus ejus.



Ps. 36, 30-31. Il giusto parla con sapienza, la sua lingua proferisce cose giuste. Egli conserva in cuore la legge del suo Dio e i suoi passi non vacillano.



ALLELÚIA

Allelúja, allelúja. Eccli. 45, 9. Amávit eum Dóminus et ornávit eum: stolam glóriæ índuit eum. Allelúja.



Allelúja, allelúja. Eccli. 45, 9.Il Signore lo amò e lo ricolmò di doni; lo rivestì di un manto di gloria. Allelúja.



EVANGÉLIUM

Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthǽum. Matth. 5, 13-19.



In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Vos estis sal terræ. Quod si sal evanúerit, in quo saliétur? Ad níhilum valet ultra, nisi ut mittátur foras, et conculcétur ab homínibus. Vos estis lux mundi. Non potest cívitas abscóndi supra montem pósita. Neque accéndunt lucérnam, et ponunt eam sub módio, sed super candelábrum, ut lúceat ómnibus qui in domo sunt. Sic lúceat lux vestra coram homínibus, ut vídeant ópera vestra bona, et gloríficent Patrem vestrum, qui in coelis est. Nolíte putáre, quóniam veni sólvere legem aut prophétas: non veni sólvere, sed adimplére. Amen, quippe dico vobis, donec tránseat coelum et terra, jota unum aut unus apex non præteríbit a lege, donec ómnia fiant. Qui ergo solvent unum de mandátis istis mínimis, et docúerit sic hómines, mínimus vocábitur in regno coelórum: qui autem fécerit et docúerit, hic magnus vocábitur in regno coelórum. M. - Laus tibi Christe.

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli. Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. M. - Laus tibi Christe.



ANTÍPHONA AD OFFERTÓRIUM

Ps. 91, 13. Justus ut palma florébit: sicut cedrus, quæ in Líbano est multiplicábitur.



Ps. 91, 13. Il giusto crescerà come palma, si ergerà come il cedro del Libano.



SECRÉTA

Præsens oblátio fiat, Dómine, pópulo tuo salutáris: pro quo dignátus es Patri tuo te vivéntem hóstiam immoláre: Qui cum eódem Deo Patre et Spíritu Sancto vivis et regnas Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.



Questa offerta, o Signore, arrechi salvezza al tuo popolo, per il quale ti degnasti immolarti la Padre tuo, quale ostia vivente: tu che sei Dio e vivi e regni.



PREFAZIO COMUNE



COMMÚNIO

Luc. 12, 42. Fidélis servus et prudens, quem constítuit dóminus super famíliam suam: ut det illis in témpore trítici mensúram.



Luc. 12, 42. Egli è il servitore fedele e avvenuto che il Signore ha messo a capo della sua famiglia perchè distribuisca a ciascuno il pane necessario nel tempo opportuno.



POSTCOMMÚNIO

Divínis, Dómine, munéribus satiáti: quǽsumus; ut, beáti Antónii Confessóris tui méritis et intercessióne, salutáris sacrifícii sentiámus efféctum. Per Dóminum.



Saziati dei dono divini, ti preghiamo, o Signore, che per i meriti e l’intercessione del beato Antonio, tuo Confessore e Dottore, sperimentiamo i frutti del sacrificio di salvezza. Per il nostro Signore.

http://www.maranatha.it/Feriale/santiProprio/0613TextLat.htm